E’ accaduto a Napoli al quartiere Poggioreale, un uomo si reca all’ufficio comunale di via Gianturco per chiedere un documento del suo stato civile, è risuta sposato con una donna straniera, ma lui è celibe e non si è mai sposato e la donna in questione non l’ha mai conosciuta in vita sua.
Il fascicolo finisce in procura e gli 007 del Palazzo San. GIacomo (palazzo del municipio di Napoli), scoprono che la documentazione è incompleta e la procedura non è norma di legge. Scatta un’inchiesta e viene sospesa l’impiegata che avrebbe celebrato il presunto matrimonio che non esiste per «comportamento superficiale e negligente» in qualità di ufficiale di stato civile, «non verificando, tra l’altro è scritto nel provvedimento – prima della celebrazione del matrimonio, che la richiesta di cambio di domicilio fosse andata a buon fine, celebrando, quindi, un matrimonio non di competenza territoriale di questa municipalità».
«in quanto il cittadino ha denunciato alle autorità di non aver mai contratto matrimonio». Pena lieve, tuttavia, per l’impiegata: solo 3 giorni di stop, senza stipendio. «Sia per il principio della proporzionalità della sanzione è spiegato nella determina dirigenziale – sia perché nei due anni precedenti non risultano altri procedimenti disciplinari a suo carico».
La dipendete è molto dispiaciuta dell’accaduto e si giustifica a questo modo: «profondamente dispiaciuta per quanto verificatosi, avendo sempre informato il suo operato alla massima diligenza e trasparenza». Precisando anche come «in quel periodo l’Ufficio di Stato civile fosse in sofferenza di organico per il decesso di un collega e per l’ assenza prolungata, per malattia, del responsabile dell’ufficio» e che lei avesse anche problemi familiari.
Una storia assurda di un povero cittadino che scopre all’improvviso di essersi sposato il 4 ottobre scorso nella sezione della quarta municipalità a Napoli, ma la cosa bella! A sua insaputa e essendo celibe, ne essersi mai sposato.
Scattano le indagini, l’impiegata convocata il 27 ottobre scorso spiega: «di ricordare di aver acquisito la dichiarazione» della pubblicazione del matrimonio, «allegandola al fascicolo, precisando che, una volta evasa la pratica, questa non viene da lei conservata». E, ancora, «che per mera superficialità non ha notato né che la domanda di cambio domicilio era presentata da soggetto diverso rispetto allo sposo né che la richiesta di cambio residenza non era da San Giovanni a Poggioreale, ma da Poggioreale a un altro indirizzo della municipalità».
L’identificazione dei due «sposini», poi, sarebbe avvenuta registrando solo gli estremi dei documenti a margine della pratica, senza acquisire le copie delle carte d’identità. Compito che, secondo la dipendente, non sarebbe stato di sua competenza. Dubbi anche sulle firme dello sposo sugli atti. «Lievi difformità», però, di cui sostiene l’impiegata – «mai avrebbe potuto accorgersi». C’è, poi, il rebus sulla firma della «sposa». «Tutti gli stranieri, abitualmente ha spiegato la dipendente in audizione – firmano in stampatello», precisando, però, «di aver comunque acquisito il documento di riconoscimento della sposa, ritenendo ciò sufficiente».
L’ufficio comunale della quarta municipalità di via Gianturco il 26 settembre scorso era stato chiuso senza preavviso, con la giustificazione “motivi organizzativi”. Fonte della notizia.