Una nuova tecnica per sapere se i cibi che magiamo sono contiminati, più economica e veloce, a scoprirlo sono i ricercatori dell’Istituto di Tecnologia del Massachusetts (Mit) guidati Qifan Zhang che sulla rivista Acs Central Science, dove spiegano che alcune microsfere messe ad hoc nei cibi che mostrano la presenza dei batteri nei cibi, con un semplice selfie.
I test tradizionali per la sicurezza alimentare sono molto lunghi e costosi, per questo l’esigenza di creare un test economico, sicuro e veloce. Le microsfere sono state ideate e presentate poco più di un anno fa da un altro gruppo di ricercatori del Mit, guidati da Lauren Zarzar, e ribattezzate ‘Janus droplets’.
Le sfere sono composte da due metà differenti che quando vengono messe in un liquido galleggiano distribuendosi con la parte più pesante in basso e quando si dispongono in questo modo risultano perfettamente trasparenti. Per trasformare le sfere in sensori i ricercatori hanno fatto aderire (sulla parte alta delle sfere) delle particolari molecole capaci di legarsi con specifiche proteine che si trovano sulla membrana esterna dei batteri Escherichia Coli 0157, un ceppo responsabile di molte intossicazioni alimentari.
Quando il batterio è presente nel liquido le sfere si legano al batterio e si inclinano su un fianco perdendo la loro trasparenza, a questo punto basta un click con uno smarphone per verificare la presenza del batterio nei cibi incriminati.
I ricercatori del Mit sono convinti che con questa nuova tecnica è possibile identificare diversi tipi di batteri nei cibi, e il loro obiettivo è quello di creare uno spin-off per commercializzarle entro 18 mesi.