«Facebook incapace di mantenere il controllo sul suo contenuto», «è cresciuta troppo, troppo in fretta», tanto che spesso i moderatori non riescono a controllare tutti i post, hanno solo 10 secondi a disposizione per decidere, se rimuovere o meno i video e contenuti hard, come è successo per il famoso caso di Tiziana Cantone.
E’ quanto emerge dal del Guardian sulle regole interne di facebook per la moderazione, dal terrorismo alla pornografia.
Il popolare social si difende, sottolineando di mettere le persone al sicuro e la sua priorità. Ma un milione di post condivisi al minuto sono difficili da gestire, i post e video razzisti, offensivi, di odio, brutali, come dirette video pornografici che sono stati pubblicati e condivisi negli ultimi mesi, dall’omicidio di un pensionato Cleveland al padre che, prima di suicidarsi, ha impiccato la figlia di 11 mesi in Thailandia.
Mark Zuckerberg il patron di facebook ha affermato che sarà affrontano il problema in maniera seria, altre 3 mila persone alle 4.500 che già si occupano della moderazione dei contenuti, ma anche sviluppando strumenti sempre più avanzati. Intanto però lo scenario tracciato dall’inchiesta del Guardian è particolarmente torbido.
Sul social è possibile segnalare un contenuto offensivo, volgare, di odio e pornografico come un abuso, ma poi che succede? Fin ad ora le regole segrete interne di facebook non erano mai state svelate, quello che è stato dichiarato sul giornale britannico, quello che i moderatori decidono cosa ci deve stare o non stare su facebook, spesso prendono delle decisione controverse.
Ad esempio secondo il social fare circolare alcuni video di violenza, «può creare consapevolezza in chi li vede», e per questo vanno rimossi, come il caso dei video dove fanno violenza su bambini, anche a sfondo sessuale, oppure il caso di video di violenza su animali, con mutilazioni e violenza, in questo caso vengono considerati: “inquietanti”.
Anche il linguaggio non è considerato “credibile”, come insulti, volgarità e minacce, specialmente se indirizzate ad un personaggio noto come Donald Trump, o a categorie vulnerabili, non è invece ammesso. Gli stessi moderatori sembrano avanzare perplessità, giudicando in particolare le indicazioni sui contenuti sessuali «le più complesse e confuse». Per fare un esempio, le immagini di aborti sono accettate «purché non mostrino nudità». Altro nodo quello della pubblicazione di filmati in cui le persone tentano di farsi del male: è consentita perché il social «non vuole censurare o punire chi è in difficoltà». Quando non c’è più possibilità di intervenire il video può essere rimosso.