Dario Argento fin’ora non aveva mai commentato sullo scandalo delle molestie sessuali nel mondo del cinema, oggi pomeriggio è stato ospite a Domenica in su Rai uno.
«Non possiamo immaginare che i maiali esistano solo negli Stati Uniti e noi siamo tutti santarellini: chiaramente anche in Italia ci sono persone che si sono comportate in modo sconveniente, schifoso, più d’uno: lo dico perché lo so, faccio il cinema, ho fatto anche il produttore»
Argento ha detto di essere molto orgoglioso della figlia e di sapere anche chi è il regista che ha molestato la figlia Asia, quando aveva 16 anni, ma non ha voluto dire il nome.
Però poi ha detto che è giusto fare i nomi: «alcuni sono registi noti: io ancora non me la sento, se Asia mi dovesse dire “diciamolo”, anch’io dirò quello che ho saputo da altre attrici che sono venute a fare il provino con me e molte volte mi hanno raccontato episodi di questo genere».
Papà Dario ha raccontato che non sapeva per niente delle molestie subite dalla figlia: «solo recentemente: ero a Barcellona, mi ha fatto una lunga telefonata in cui mi ha annunciato l’intervista che sarebbe uscita sul New Yorker. Tutte queste cose non le avevo capite, forse ero un cretino, accecato dall’affetto per mia figlia». Quanto al regista italiano che l’attrice ha accusato di molestie, «lasciamo stare, non l’ho più incontrato. Ma se lo incontrerò, non finirà come nei western con una scazzottata, ma gli dirò qualcosa, sicuramente».
Oggi Asia «ha paura, non esce più di casa per timore degli agenti del Mossad assoldati da Weinstein: questa è gente che spara, che minaccia. Asia teme per la vita sua e dei suoi figli. Ma non si è pentita, anzi è sempre più convinta». Rispondendo alle domande di Cristina Parodi, Dario Argento si è soffermato anche sulla scelta di tante attrici di denunciare le violenze subite dolo dopo 15, 20 anni: «Lì per lì sei così sconvolto che pensi che il mondo di cada addosso, l’unica cosa che vuoi fare è dimenticare. Le capisco. E poi molte di loro hanno subito l’ostracismo di Weinstein e no hanno più lavorato». Quanto a Fausto Brizzi, che si è chiamato fuori dai sospetti circolati nei giorni scorsi sottolineando di non aver «mai avuto rapporti non consenzienti», Argento ha raccontato di averlo «conosciuto a Los Angeles: sembrava una persona un po’ allegra, ma molto simpatica, non lo so. Brizzi non c’entra – ha premesso poi – ma ad ogni modo i molestatori nella vita sono spesso educati, gentili, simpatici, umani, solo a un certo punto, mentre stanno con una ragazza, scatta in loro la pazzia del sesso da serial killer. È un po’ una malattia, come per Weinstein».
Il regista poi convinto che Weinstein, andrà in galera, ha rivolto il messaggio al mondo del cinema: «Chi ha molestato dovrebbe ammetterlo e basta. Chi ha intenzione di farlo, ora non può più, perché queste ragazze li tengono sott’occhio: se vi comportate male, vi denunciano».