Quando c’è la presenza di mosche significa che non c’è igiene, questo era noto da tempo, se pensiamo che gli insetti vanno anche su tutti i tipi di feci. Ma uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Scientific Reports, lo conferma con uno studio, mette in guardia soprattutto con le mosche che vivono nelle città.
I ricercatori della Penn State University hanno analizzato i microrganismi presenti in 116 esemplari di mosche della specie Musca domestica, presenti praticamente a tutte le latitudini, e di mosconi (Chrysomya megacephala) più caratteristici di climi caldi, provenienti da tre continenti.
Nelle prime sono state trovati 350 batteri nelle seconde 351, alcuni anche pericolosi per l’uomo come l’Helicobacter Pilori.
Nelle mosche di città sono stati trovati più batteri rispetto a quelle di campagna: “Zampe e ali mostrano la maggiore abbondanza di microbi – scrivono -, e questo suggerisce che i batteri usano gli insetti come ‘trasportatori via aria’. Lo studio mostra che ogni passo che fanno le mosche lascia dietro una colonia di microbi, se la superficie ne supporta la crescita”.
La trasmissione dei batteri è così facile che si potrebbe monitorare la presenza di determinati germi patogeni in dati territori: “Lo studio ti fa pensare due volte prima di mangiare quell’insalata di patate che hai portato al picnic – spiega Donald Bryant, l’autore principale -, e che sarebbe meglio farlo in campagna, lontano dalla città, piuttosto che in un parco”.