Addio alle raccomandate, non più code agli sportelli, arriva il domicilio digitale, ogni cittadino potrà avere una posta certificata qualsiasi o equivalente, dove può scegliere di ricevere le comunicazioni della pubblica amministrazione, avrà lo stesso valore legale delle raccomandate.
La posta elettronica digitale (pec) era stata resa obbligatoria nel 2008 per le imprese e i professionisti, nel 201o fu estesa a tutti i professionisti e cittadini in forma gratuita dell’allora ministro Brunetta, creando postacertificata.gov.it, un servizio gratuito per tutti, bastava compilare il modulo e registrarsi a qualsiasi ufficio postale sparso per l’Italia, in concorrenza con la posta certificata a pagamento.
Ma questa operazione si dichiarà fallimentare, in molte regioni e comuni non funzionava, era impossibile mandare le caselle di posta risultavano sempre piene e di certificato non aveva proprio niente, solo poco più di 1,3 milioni gli italiani hanno ne hanno fatto richiesta, molti enti pubblici non la usano, si doveva mandare lo stesso la raccomandata.
Non la utilizzava nemmeno poste italiane, per fare un reclamo su prodotti finanziari bisognava mandare una raccomantata, poste italiane ha cercato di boicottare la posta certificata? Non veniva utilizzata nemmeno dalle compagnie telefoniche, bisognava mandare una raccomandata tradizionale.
Così gli italiani che ne avevano fatto richiesta, fu chiusa, come mai il governo Gentiloni ha deciso di reintrodurla, cosa c’è sotto? La pec avrebbe dovuto ridurre le code agli sportelli, e consentire a tutti i cittadini di comunicare con la pubblica amministrazione in maniera gratuita, una raccomandata la più leggera costa 9€, spesso non conviene inoltrare reclami, più la spesa che l’impresa e la pubblica amministrazioni fino ad adesso ne ha approfittato.
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto correttivo al Codice dell’Amministrazione Digitale, uno dei Dlgs attuativi della riforma della Pa. Decreto che prevede che ogni cittadino abbia un domicilio digitale, di fatto un indirizzo di posta certificata (Pec) quindi un indirizzo di posta elettronica: “Le comunicazioni elettroniche trasmesse ad uno dei domicili digitali… producono, quanto al momento della spedizione e del ricevimento, gli stessi effetti giuridici delle comunicazioni a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno ed equivalgono alla notificazione per mezzo della posta salvo che la legge disponga diversamente. Le suddette comunicazioni si intendono spedite dal mittente se inviate al proprio gestore e si intendono consegnate se rese disponibili al domicilio digitale del destinatario, salva la prova che la mancata consegna sia dovuta a fatto non imputabile al destinatario medesimo”, si legge nell’art. 7.
Come mai questo ripensamento, non è che la posta certificata in Italia è stata boicottata da qualcuno che la vuole a pagamento?