Addio al pagamento in contanti degli stipendi per tutelare lavoratori e lavoratrici, contro quei datori di lavoro furbetti che dichiarano il falso sulla busta paga, ma in realtà pagano uno stipendio molto inferiore a quello dichiarato.
«Stop al pagamento in contanti. I datori di lavoro avranno l’obbligo di pagare lo stipendio tramite strumenti tracciabili: sarà così impedito ogni abuso futuro attraverso la prevenzione». Lo afferma Titti Di Salvo, vicepresidente dei deputati del Partito Democratico e prima firmataria dell’emendamento alla manovra approvato in commissione Bilancio. «Mai più truffe a danno delle lavoratrici e dei lavoratori – dice Di Salvo – mai più false buste paga. Ora abbiamo uno strumento per contrastare la pratica diffusa tra alcuni imprenditori scorretti di corrispondere ai lavoratori una retribuzione inferiore a quanto previsto dalla busta paga, sotto il ricatto del licenziamento o della non assunzione».
«L’emendamento, approvato questa notte dalla Commissione Bilancio, riprende – prosegue Di Salvo – il testo dalla mia proposta di legge, approvata in prima lettura alla Camera e di cui era relatrice Valentina Paris. È una norma a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche delle imprese corrette che devono combattere contro la concorrenza sleale di chi, scaricando falsi costi per il personale, accumula utili extra bilancio. Ancora una volta il Partito Democratico si è impegnato a migliorare le condizioni esistenti – conclude Di Salvo – salvaguardando le persone e la loro dignità, a partire da quelle più fragili come Paola Clemente ci ha insegnato».
Ma il problema è, chi controllerà, se il datore di lavoro ha pagato in contanti oppure con uno strumento tracciabile? Solo se il lavoratore lo denuncia, e in questo caso può benissimo licenziarlo o rifiutarsi di riassumerlo, chi ha fatto questa normativa non si rende conto della realtà lavorativa italiana.