Il fenomeno delle baby gang aumenta sempre di più, Gaetano 15 anni massacrato come Arturo alla stazione della metro 1 di Napoli “Chiaiano”, senza un perchè da suoi coetanei, preso a calci e pugni, nell’indifferenza completa dei passanti, nessuno li ha aiutati.
Gaetano vive a Melito in provincia di Napoli, era insieme a 2 cugini “Simone e Alessio”, erano scesi alla stazione “Chiaiano” per raggiungere la fermata dell’autobus, dovevano andare a Qualiano, comune in provincia di Napoli, per raggiungere amici. E all’improvviso è spuntato un branco di ragazzi che li strattonava, hanno iniziato a prenderli a calci.
Simone e Alessio sono riusciti a scappare e rifugiarsi in un bar, Gaetano rimane solo e non riesce a capire cosa stava accadendo, sono una quindicina di ragazzi, non riusciva a reagire alle loro minacce, cade a terra e loro continuano a prenderlo a calci e pugni.
Gaetano riesce ad alzarsi, ma con un dolore lancinante all’addome, riesce a divincolarsi dai ragazzini e scappa nella stazione, chiede aiuto, ma nessuno lo aiuta.
«Abbiamo chiesto aiuto, ma nessuno ha fatto nulla. Ci hanno detto di chiamare i carabinieri e la polizia e l’abbiamo fatto – racconta Simone, ancora sconvolto, nella sala d’attesa del pronto soccorso del San Giuliano. «Lo hanno picchiato senza motivo e noi non siamo riusciti a fare nulla, erano una quindicina di ragazzi, nel bar ci hanno detto che stanno sempre lì in zona».
Gaetano torna a casa da solo con i suoi cugini e cerca di resistere al dolore lancinante all’addome, viene soccorso da un suo amico e trasportato all’ospedale di Giugliano, dove viene operato e gli viene asportata la milza, è ancora attualmente ricoverato in gravi condizioni, ma i medici sono fiduciosi.
I ragazzi del branco erano tutti figli di pregiudicati.
Le baby gang, un fenomeno in aumento, ma nessuno fa niente, menefreghismo completo di tutte le istituzioni, nessuno ha mai affrontato il fenomeno e come fare, abbiamo paura di camminare liberi per strada. Sarebbe d’obbligo controllare questi soggetti nelle scuole, e all’occorenza intervenire con psicologhi e assistenti sociali, per cercare di riportarli sulla giusta via.