Test shok su tre scimmie per testare i gas di scarico dei veicoli diesel se fossero nocivi.
Dietro questi esperimenti tortura ci sono tre colossi dell’auto tedesca, Vw Daimler e Bmw, che hanno fatto i test dell’orrore sugli animali negli Usa.
Nel maggio 2015 dieci esemplari di scimmie giavanesi sono stati condotti in un laboratorio di Albuquerque, nel New Mexico, erano chiusi in una vetrina, ma distratti dalla visione di un cartone animati, ma erano inconsapeli che venivano sottoposti a gas di scarico per 4 ore.
Le scimmie sono sopravvissute, ma non si sa in quali condizioni di salute, un dossier che è stato tirato fuori dal News York times, che mette ancora più in difficoltà i collosi tedeschi.
Bmw e Daimler hanno preso le distanze, hanno dichiarato che quel test fu un errore, Mentre per il presidente della Bassa Sassonia, Stephan Weil, che rappresenta il maggiore azionista del gruppo di Wolfsburg, si tratta di pratiche «assurde e ributtanti». «Le scimmie sono animali che hanno bisogno di muoversi molto, già tenerle ferme per 4 ore corrisponde a una tortura. Il gas di scarico ha poi messo a rischio la loro salute», ha affermato il numero uno dell’associazione tedesca contro gli esperimenti sugli animali, Klaus Kronaus.
Dietro i test dell’orrore ci sarebbe l’allarme del 2012, che quei gas di scarico sono cancerogeni, pubblicato da uno studio dell’organizzazione mondiale della sanità. I giganti dell’auto vogliono dimostrare il contrario e hanno scelto le scimmie per effettuare i test.
Nel 2009 Bmw, Daimler e Vw, avevo fondato un’associazione per la ricerca dell’ambiente e salute nel campo dei trasporti, e la fondazione aveva promosso il test sulle scimmie, stipulando un contratto con «Lovelace Respiratory Research Institute». In seguito l’associazione si è sciolta.
Nell’31 ottobre 2013 salta fuori da una e-mail che i promotori del test volevano effettuare il test su cavie umane volontarie: «Puoi immaginarti il dibattito pubblico che provocherebbe uno studio del genere», reagì l’allora direttore generale della fondazione, Michael Spalleck, che bocciò l’idea su cui si confrontava con due ingegneri della Vw. Stando a Bild sarebbe coinvolto in questo caso lo stesso ex ingegnere Vw che aveva inciso sull’uso del software che manipolava i dati delle emissioni: James Liang, poi condannato a 40 mesi di carcere negli Usa.