L’omicidio di Yara Gambirasio potrebbe avere una svolta definitiva, e scagionare dalle accuse di omicidio Massimo Bosetti, che attende con ansia il pronunciamento della corte di cassazione, sul ricorso presentato dai suoi avvocati, che hanno impugnato la confersa della condanna all’ergastolo nel ricorso in appello.
«Massimo ci crede ancora, crede nella giustizia, la sua è un’attesa drammatica, il percorso fatto finora è stato faticosissimo, è rimasto solo, ha perso i genitori, gli è rimasta solo Marita … e i figli». Queste le parole dell’avvocato Claudio Salvagni in studio insieme al collega a Quarto Grado in onda su rete 4, dove si è discusso sui punti salienti del ricorso in Cassazione.
Nel corso della trasmissione televisiva i legali di Massimo Paolo Camporini e Claudio Salvagni, hanno messo in evidenza il metodo che utilizzaro gli inquirenti quando fu ritrovato il corpo di Yara a Chignolo, sostenendo che la prova chiava trovata sugli slip della ragazza potrebbe essere stata inquinata e non veritiera.
La prova regina era la traccia di sangue ritrovata sugli slip di Yara e il Dna presumibilmente corrispondeva a quello Massimo Bosetti, quella prova per cui il muratore di Mapello su accusato di omicidio e condannato all’ergastolo.
In diretta è stato mandato il video del 26 febbraio 2011 quando fu ritrovato il cadavere di Yara, si notano gli uomini della scentifica con tuta e calzari che stanno perlustrando la zona, ma alcuni di loro non indossano i calzari, altri prendono gli slip di Yara senza le pinzette, uno addirittura senza guanti.
Le procedure non sarebbero state eseguite rispettando le norme internazionali e le prove potrebbero essere state inquinate, nel video si nota chiaramente che gli slip della ragazza vengono maneggiati più volte e sempre con la stessa pinzetta. La difesa ha fatto ricorso in cassazione con queste prove schiaccianti e si spera che Bosetti sia rilasciato.