Un bicchiere di vino al giorno non fa male come molti dicono, può fare anche bene e allungare la vita a chi soffre di scompenso cardiaco e ha oltre i 65 anni.
Questo non significa che chi non ha mia bevuto adesso deve iniziare a bere, sono le quantità di alcol che fanno male.
«I miei pazienti che sono stati recentemente diagnosticati con insufficienza cardiaca, spesso mi chiedono se dovrebbero lasciar stare quel bicchiere di vino ogni sera che si concedono da anni – spiega il cardiologo David L. Brown, autore senior del lavoro – Finora non avevo una risposta. Sappiamo da tempo che l’alcol può contribuire allo scompenso cardiaco, mentre adesso abbiamo dimostrato che bere moderatamente può avere un effetto protettivo a lungo termine sull’insufficienza cardiaca anche in quei pazienti con un cuore più fragile».
I ricercatori hanno analizzato i dati del “Cardiovascular Health Study” condotto tra il 1989 e 1993 su 5.888 adulti che aderivano al programma Medicare.
Tra cui 393 persone adulte analizzate hanno sviluppato lo scompenso cardiaco nell’arco di 9 anni. Lo scompenso avviene quando il cuore perde la capacità di pompare il sangue, questo avviene quando c’è stato un infarto, oppure quando ci sono malattie croniche ai reni e il diabete.
«Le persone che sviluppano l’insufficienza cardiaca in età avanzata, e non hanno mai bevuto, non dovrebbero iniziare a bere – conclude Brown – Ma il nostro studio suggerisce che le persone che hanno bevuto una o due dosi di alcol al giorno prima della diagnosi di insufficienza cardiaca possono continuare a farlo senza preoccuparsi di causare ulteriori danni al cuore»