La legge sul reddito di cittadinanza parla chiaro, i soldi del sussidio non si possono utilizzare ne per il gioco d’azzardo e nemmeno e ne per comprare materiale pornografico.
Invece un gestore di un sexy shop di Caserta sembra non conoscere tale normativa.
E’ quando ha scoperto il programma tv “Striscia la notizia” su canale 5, dopo una segnalazione giunta alla redazione. Luca Abete ha fatto visita al gestore del negozio.
Inizialmente il gestore del negozio ha negato, ma poi: «Il cliente entra, paga col bancomat, io che ne so se è reddito di cittadinanza? Non è mica scritto sulla tessera!», ha detto l’uomo all’inviato di Striscia.
Poi si è giustificato dando la colpa ai clienti: «La colpa è di chi spende, secondo me il 60% dei redditi sono tutti falsi: hanno tutti quanti una seconda attività. A nero logicamente». Dopo un po’, però, ha dovuto arrendersi all’evidenza dei fatti e, su richiesta di Abete, ha lanciato alle telecamere un messaggio per i frequentatori del negozio: «È normale che non devono più venire con il reddito di cittadinanza. La legge non lo consente, mi dispiace per loro».
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Reddito di cittadinanza usato nei sexy shop, scandalo a Caserta-Il Mattinoultima modifica: 2019-10-03T22:54:40+02:00da
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