Antonio De Curtis, in arte Totò, chi è che non lo conosce? I suoi film hanno fatto ridere generazioni intere, il 15 aprile ricorreva la sua morte, è morto il 15 aprile 1967, morì d’infarto all’età di 69 anni, dopo un agonia di giorni.
Le sue ultime parole: “Mi sento male, portatemi a Napoli”, morì nella sua abitazione romana di via Monti Parioli, chi lo ha assistito nelle sue ultime ore diceva che aveva nostalgia di Napoli: “Vorrei morire a Napoli, mentre scrivo una canzone o in palcoscenico”. La sera del 13 aprile confessò al suo autista Carlo Cafiero: “Cafie’, non ti nascondo che stasera mi sento una vera schifezza“, mentre la figlia Liliana, racconta che le sue ultime parole furono: “Ricordatevi che sono cattolico, apostolico, romano” ed a Franca Faldini disse: “T’aggio voluto bene Franca, proprio assai“.
La ricorrente frase del “re dalla risata” , “Napoli mia, io penso sempre a te!“, aveva una forte nostalgia di Napoli, la folla dei suoi vicoli e delle sue piazze, una città che non lo dimentica mai, ed ancora oggi è il simbolo di Napoli.
Il suo amico Nino Taranto al suo funerale lo ricorda così: “Amico mio questo non e’ un monologo ,ma un dialogo perché sono certo che mi senti e mi rispondi. La tua voce e’ nel mio cuore, nel cuore di questa Napoli che e’ venuta a salutarti, a dirti grazie perché l’hai onorata. Perché non l’hai dimenticata mai, perché sei riuscito dal palcoscenico della tua vita a scrollarle di dosso quella cappa di malinconia che l’avvolge. Tu amico hai fatto sorridere la tua città, sei stato grande, le hai dato la gioia, la felicità, l’allegria di un’ora, di un giorno, tutte cose di cui Napoli ha tanto bisogno. I tuoi napoletani, il tuo pubblico e’ qui. Ha voluto che il suo Toto’ facesse a Napoli l’ultimo “esaurito” della sua carriera e tu, tu maestro del buonumore, questa volta ci stai facendo piangere tutti. Addio Toto’, addio amico mio. Napoli, questa tua Napoli affranta dal dolore vuole farti sapere che sei stato uno dei suoi figli migliori e non ti scordera’ mai. Addio amico mio, addio Totò“.