Jasmin Britney ha subito un incidente quando aveva 9 anni, nel mentre attraversava la strada, stava andando ad un negozio di dolci, una macchina l’ha investita, da quel giorno è rimasta paralizzata senza nessuna possibilità di movimento, ha subito danni alla colonna vertebrale.
Per questo motivo ha desiso di diventare una Barbie umana, mostrando al mondo intero che tutto è possibile, dice: “La mia vita è cambiata quando avevo nove anni, quindi vi posto le mie foto online per ispirare altre persone che hanno lesioni spinali o vivono con condizioni debilitanti”.
Jasmine vive in Finlandia, è attaccata ad un respiratore, una la badante Henrikka si occupa di lei, la veste, la trucca e rifiuta di credere che un giorno non cammirà più, la aiuta nella sua trasformazione di Barbie umana, è una persona che fa volontariato e beneficenza e si occupa di persone con gravi disabilità.
Jasmine ha speso 10mila € in trucchi, rossetti e vestiti, riceve molte e-mail dove le chiedono dove ha comprato quel determinato rossetto. Intanto la ragazza studia alla Helsinki Metropolia University of Applied Sciences – ha intenzione di riuscire anche a finanziare le opere di carità con eventuali proventi.
Jasmine dice: “Lo sto facendo per aumentare la consapevolezza sulle lesioni del midollo spinale, ma anche perché on-line posso vivere liberamente. Guadagno denaro e aiuto la “Wings for Life” . Ho le mie ali come Barbie, anche se non posso muovermi. So che alcune persone vedono Barbie e Britney come vacue, ma per me sono fonte di ispirazione. Mi rifiuto di non essere glamour solo perché sono in una sedia a rotelle. Mi rendo conto che alcune persone trovino scioccante vedere un tetraplegico con un tubo di respirazione truccato al massimo per sembrare come Barbie. Ma questo è un problema loro, non mio”.
“Ricevo molti complimenti. Spero solo che la gente leggerà la mia storia e la ricordi: non mandate messaggi alla guida e non bevete se dovete guidare, perché se colpite qualcuno potreste cambiare la sua vita per sempre. Questa Barbie umana ne è la prova vivente”.