«Il fatto non costituisce reato», lo ha stabilito la cassazione, che ha cancellato la condanna a sei mesi di reclusione e cento euro di multa inflitta dalla corta di appello di Genova, a un giovane straniero senza fissa dimora, affermando che non è reato e non è punibile chei ruba piccole quantità di cibo al supermercato , spinti da una bisogno di alimentarsi. Con questo verdetto la Corte suprema ha stabilito che non si può punire un furto di 4€ e 7 centesimi, per aver rubato wurstel e formaggio. Non è stato il giovane a fare ricorso, Roman Ostriakov, originario dei Paesi dell’Est.
Il ricorso è stato fatto il Procuratore generale della Corte di Appello di Genova, chiedeva uno sconto di pena per un furto lieve. Roman era stato bloccato prima che usciva dal supermercato, era stato notato da un cliente con la pancia piena, che aveva pagato solo i grissini, ma il formaggio e i wurstel se li aveva messi in tasca. , aveva già dei precedenti per furti nei supermercati, ma rubava per fame cronica, per la condizione in cui si trovava, era costretto a rubare cibo per valore di poco conto.
Così è stata annullata la condanna inflitta il 12 febbraio 2015: «perchè il fatto non costituisce reato». Il collegio degli ‘ermellinì è stato presieduto da Maurizio Fumo, il consigliere relatore è Francesca Morelli. Anche la corte di Cassazione aveva chiesto l’annullamento della condanna; «La Cassazione ha stabilito un principio sacrosanto: un piccolo furto per fame non è in alcun modo equiparabile a un gesto di delinquenza, perchè l’esigenza di alimentarsi giustifica il fatto», ha commentato Carlo Rienzi, presidente del Codacons.
«Negli ultimi anni di crisi economica è aumentato a dismisura il numero di cittadini, specie anziani, costretti a rubare nei supermercati per riuscire ad arrivare a fine mese. In questi casi il reato è commesso non dal ladro ma dallo Stato che abbandona i più deboli al loro destino portandoli a compiere gesti come furti di alimenti», ha concluso Rienzi.