Omicidio Fortuna al parco verde di Caivano (Na), spunta la pista della pedopornografia, video e foto degli abusi venduti a prezzo stracciato, nel giro degli orchi che ruota intorno al parco verde, le palazzine post terremoto del 1980. Un ipotesi che è stata abbandonata perchè non furono trovate prove. Ma adesso le conferme arrivano dal legale di Raimondo Caputo, il presunto orco dell’omicidio di Fortuna Loffredo.
«Nel corso delle indagini difensive – dice il legale – ci siamo imbattuti in elementi che portano verso la pista della pedopornografia, gestita da una rete di pedofili nel parco Verde, capaci anche di depistare gli inquirenti, creare ad arte prove false e individuare come colpevoli persone che non hanno nulla a che fare con loro. Perché il business è davvero più remunerativo dello spaccio di droga» Il legale lascia intendere che il suo assistito sarebbe finito in una trappola preparata ad arte per tenere al riparo la rete dei veri pedofili. Un altro colpo di scena, ancora più agghiacciante, in questa vicenda che sembra essere diventata la voragine di un orrore senza fine. Le dichiarazioni di Raimondo Caputo, ben quattro in poche ore, e che ha indicato come responsabile dell’omicidio di Fortuna la sua convivente Marianna Fabozzi , hanno indotto i magistrati della procura di Napoli a fissare per il 9 giuno un suo interrogatorio: non per la morte della bambina ma per quella di Antonio Giglio, figlio della sua convivente, precipitato dal settimo piano dell’isolato 3 un anno prima di Fortuna. I pubblici ministeri della procura di Napoli, che dopo tre anni hanno rispolverato il fascicolo dell’inchiesta per omicidio colposo, sono convinti che tre anni fa Raimondo Caputo avrebbe reso una falsa testimonianza sul ruolo che avrebbe avuto Marianna Fabozzi nei minuti precedenti la caduta nel vuoto del piccolo Antonio. Un interrogatorio, quello del 9 giugno – come conferma l’avvocato di Raimondo Caputo – che potrebbe segnare un punto di svolta per quello che al momento resta ancora un caso di omicidio colposo: Marianna Fabozzi è stata accusata per ben quattro volte da Titò di essere non solo la carnefice di Fortuna ma anche l’assassina del suo stesso figlio.
La stessa versione confermata sempre dal papà della bimba Pietro Loffredo, fa iniziare a credere che probabilmente Raimondo Caputo (presunto orco), sia innocente e non c’entri niente con l’omicidio dei 2 bimbi.
Invece la procura di Napoli nord non ha nessun dubbio sulle responsabilità di Raimondo Caputo, fra poco sarà chiesto un rinvio a giudizio di omincidio volontario e violenza sessuale. Iei pomeriggio a Caivano si è tenuta una manifestazione: «Caivano: oltre le sbarre del Parco Verde», All’incontro, organizzato dall’avvocato Angelo Pisani, e moderato dalla giornalista Rita Pennaroli, hanno preso parte i genitori di Fortuna, il sindaco Simone Monopoli, il parroco don Aniello Manganiello, Roberto Mirabile, presidente dell’associazione «La caramella buona», Emilia Basile, psicologa, Germano Guarna, lo psicoterapeuta che segue dalle prime battute il caso Fortuna. Al termine dell’incontro, è la partita la marcia della società civile.
Palloncini bianchi per ricordare Fortuna e Antonio, alla manifestazione hanno partecipato in pochi, le dichiarazioni del sindaco di Caivano: «La gente non ha più fiducia, e le istituzioni sono assenti. Ho scritto a parlamentari e altre autorità 15 giorni fa ma non ho avuto risposta». Delusa anche la mamma di Fortuna, Mimma Guardato: «Voglio andare via dal Parco Verde per i miei figli. Non voglio che vivano dove è stata uccisa la loro sorellina. Qui ci sono tante persone buone che mi sono vicine, ma è triste non vederle in piazza». E don Manganiello tuona contro l’omertà: «È mai possibile che nessuno abbia visto o sentito? Al di là di quello che deve fare lo Stato, obbiamo riscoprire il valore di farci i fatti degli altri. Non dico che dobbiamo essere degli impiccioni, ma acquisire un ruolo di cittadini attivi». Video dove parla la madre di Fortuna.