Na tazzulel è cafè!..Cantava Pino Daniele, il caffè espresso è nella vita quotidiana di tutti noi, lo beviamo in compagnia con amici al bar, è uno status simbol amichevole, quando incontriamo un amico di vecchia data: “Ti chiamo per un caffè!”, oppure: “Dai ti offro un caffè!”, oppure ancora è un modo per un uomo per dire ad una donna che gli piace: “Ti posso offrire un caffè?”.
Da una recente indagine pubblicata su diverse riviste scentifiche, un moderato uso di caffè: 3-4 tazzine al giorno, porta dei benefici al nostro corpo, al fegato riduce mortalità, previene molte malattie celebrali come la sclerosi multipla.
L’American Heart Association ha curato la pubblicazione sulla rivista Circulation di una ricerca dell’Università di Harvard, si è concentrata soprattutto sui dosaggi di uso di caffì, perchè alte dosi di caffeina ottengono l’effetto opposto e fa male, aumenta la pressione arteriosa, provoca stress. Lo studio ha coinvolto 200 volontari nell’arco di 30 anni,un uso moderato, riduce le mortalità dovute a malattie cardiache, neurologiche e del sangue.
Quello che gli studiosi non riescono a spiegare è la relazione dei benefici legati a tali patologie elencate. Un altro studio effettuato in Italia all’università di Milano, conferma la tesi, un uso moderato fa bene al fegato e previene il rischio del cancro al fegato del 40%, forse grazie agli antiossidanti presenti nel caffè che contrastano l’invecchiamento delle cellule e dei grassi buoni che favoriscono il corretto funzionamento del fegato.
Ma, come si diceva, anche il sistema nervoso viene aiutato dal consumo di caffè: il Karolinska Institute di Stoccolma, in collaborazione con l’Università di Berkeley, ha infatti verificato, tramite un’altra ricerca pubblicata lo scorso marzo sul Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry, che l’insorgere di una grave malattia invalidante come la sclerosi multipla scende del 30 per cento in quei pazienti che ne sono abituali bevitori. Nella stessa ricerca, tuttavia, si fa presente che le donne gravide dovrebbero limitarne l’assunzione a una, massimo due tazzine quotidiane, dato che il feto potrebbe subire complicanze, come quella di nascere sottopeso.