
Dal 1993 non esiste alcun divieto di guidare in ciabatte, in infradito, con gli zoccoli e a piedi nudi, tacchi alti, resta il buon senso dell’automobilista, ma può costare caro, il codice della strada non lo vieta assolutamente e nessun agente di polizia vi può ne fare la multa e ne dire niente.
Al massimo, quindi, un agente può contestare un comportamento irregolare in base a due articoli del Cds: l’articolo 140, comma 1: “Gli utenti della strada devono comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione e in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale”, e l’articolo 169, comma 1: “in tutti i veicoli il conducente deve avere la più ampia libertà di movimento per effettuare le manovre necessarie per la guida”. In caso di violazione, multe da 84 euro a 335 euro e decurtazione di un punto della patente.
Ma le cose cambiano se a causare un incidente l’automobilista guidava con le ciabatte o tacchi alti, specialmente se ci sono morti e feriti, nel verbale viene indicato che la calzatura non era idonea, questi ai fini della compagnia assicurativa.
In tal senso, anche la Cassazione si era espressa a sfavore degli automobilisti, con sentenza n. 6401 del 24 maggio 1978. “Lo slittamento del piede dal pedale del freno non costituisce caso fortuito, ma imperizia del conducente e quindi trattasi di condotta sicuramente colposa” scrive la Cassazione che sottolinea come non sia una coincidenza che una calzatura inadatta abbia influito nel sinistro: è dunque colpa del conducente, che doveva esserne al corrente prima di mettersi al volante. Se poi chi alla guida, con calzatura inadatta, provoca un incidente mortale, il rischio è quello di dover contribuire al risarcimento assicurativo. Il consiglio, quindi, è quello di guidare indossando calzature comode e idonee alla guida, sia negli spostamenti durante le vacanze estive, pur sapendo che la guida con scarpe aperte non è vietata.