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L’affare del pane nelle mani della camorra

Il clan dei casalesi gestiva il monopolio e la distribuzione del pane nel casertano, dell’impreditore Gianni Morico, la quale risulta dai suoi uffici che aveva dei contatti con il clan e in particolare con l’ex boss Michele Zagaria.

dopo l’arresto finita nelle mani del suo guardaspalle, Nicola Del Villano, e, soprattutto, di suo cugino, Pasquale Fontana. In un blitz, a cui ha preso parte anche la Polizia Penitenziaria, sono stati sequestrati beni per 18 milioni, riconducibili al clan, e arrestate persone (6 in carcere e 9 ai domiciliari). I finanzieri hanno messo i sigilli a diverse società che gestivano il clan per la distribuzione del pane e prodotti alimentare nel casertano. 

I commercianti erano costretti ad acquistare il pane dal clan dei casalesi, prodotto da Gianni Morico titolare del marchio omonimo e anche di un bar elegante a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), che per garantirsi il risultato, ricorreva ai “servigi”, di Mario Maio che faceva parte di un’altra fazione collegata a Francesco Schiavone detto “Sandokan”, si occupava della “manovalanza” addetta a riscuotere le estorsioni. Le prove hanno portato all’arresto di 9 persone a al sequestro di beni immobili e commerciali.

Il pane e altri prodotti come la pasta fesca veniva distribuito in diversi comuni Grazzanise, Cancello ed Arnone, Pastorano, Santa Maria Capua Vetere, Sparanise, Teano e Giugliano in Campania e chi sa quanti altri ancora, persino in noti discount anche di Napoli e provincia. Il cugino del boss Michele Zagaria, Paquale Fontana dava indicazione circa gli investimenti da fare e dei prestanome, invece Morico e Maio si occupavano di mettersi d’accordo con altre frazioni del clan, per cercare altre aree per distribuire il pane e prodotti da forno, e la ripartizione degli utili

 

 

L’affare del pane nelle mani della camorraultima modifica: 2016-09-29T14:34:11+02:00da
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