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La Bosnia accusa la iena Pellazza, il servizio del traffico d’armi è un falso.

Il servizio delle iena Pellazza sul traffico d’armi in Bosnia è una bufala, l’ho afferma la procura di Sarajevo, perchè dopo che è stato mandato in onda il servizio su Italia 1, sono stati arrestati 2 uomini intervistati dal programma nel servizio, che affermano di essere stati pagati per fingersi trafficanti.

Il produtto delle iene Davide parente dice che sono accuse false, anche lo stesso Luigi Pellazza, autore del servizio afferma che sono accuse false, non ha pagato nessuno e non era una finzione,  l’autore del servizio già espulso qualche giorno fa dal Marocco, stava lavorando ad un servizio sulla prostituzione minorile, è stato accusato di filmare minori senza consenso.

Secondo la procura, Davor Jarcevic e Nermin Sejdic, i 2 uomini apparsi nel servizio si sono finti trafficanti e pagati da Pellazza, lo hanno confessato nell’interrogatorio. Intanto la procura ha accertato che le armi sono di provenienza bosniaca, si cercano le altre: «Poiché il servizio tv ha danneggiato l’immagine della Bosnia Erzegovina, per ciò che riguarda la lotta al terrorismo», la procura «ha informato della vicenda le competenti autorità italiane per ulteriori procedimenti».

Quello che so con certezza – spiega Parenti all’ANSA – è che abbiamo realizzato un’inchiesta straordinaria, che documenta come le armi rimaste in Bosnia dagli anni ’90 siano quelle che hanno sparato a Charlie Hebdo, al Bataclan e in altri luoghi delle stragi collegate all’Isis in Europa. Pelazza è andato lì per cercare di capire chi vende queste armi, come si comprano e ha scoperto che è facile farlo. Dire dunque che abbiamo realizzato un fake è una balla cosmica». «Se il servizio andato in onda è di venti minuti – dice ancora il curatore delle Iene – abbiamo però ore e ore di girato e faremo in modo di renderlo pubblico, mettendolo sul nostro sito entro domattina. Non abbiamo nulla da nascondere».

Per quanto riguarda la storia che i 2 uomini del servizio sarebbero stati pagati: «abbiamo dato cento euro a questi manigoldi – spiega ancora Parenti – per essere credibili sulla nostra intenzione di provare il loro kalashnikov e di acquistarlo e ci siamo impegnati a saldare l’arma al momento della consegna».

 Il ministro della sicurezza bosniaco Dragan Mektic sottolinea che «la storia presentata dal giornalista è tendenziosa e volutamente sensazionalistica, dannosa per l’immagine del Paese». «Tuttavia – ammette – è un dato di fatto che in Bosnia esistono armi fuori controllo e che i contrabbandieri le acquistano; noi nei Balcani occidentali abbiamo questo problema e non c’è differenza alcuna tra Bosnia, Macedonia, Kosovo, Serbia e pure Croazia: in tutti i paesi dell’ex Jugoslavia, ad eccezione della Slovenia, si possono acquistare armi illegali, è un problema di cui noi parliamo apertamente».                                    

La Bosnia accusa la iena Pellazza, il servizio del traffico d’armi è un falso.ultima modifica: 2016-10-09T21:23:42+02:00da
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