Ienevideo

Quel terribile 23 novembre del 1980

Quello che vi sto per raccontare non è molto bello, anzi ha lasciato un segno dentro di me e non potrò mai dimenticare. Io all’epoca avevo solo 11 anni ero poco più di una bambina, era una di quelle solite domeniche, stavano trasmettendo la partita del Napoli, erano le 19,35 circa e io ero andata nella stanza di mia madre per ascoltare la radio e stavo seduta sulla sedia a dondolo che aveva in quella stanza, mi piaceva dondolarmi perché ero poco più di una bambina.

Non mi accorsi di niente, sentì all’improvviso quell’urlo di mia madre: “ Aiuto!! Aiuto!! Il terremoto!! Il terremoto!!”, all’epoca abitavo al 12° piano (immaginate voi!) a Napoli. Vedevo tutti i mobili che si distaccavano dal muro come una giostra, il rumore del mobile del ripostiglio che sbatteva contro il muro, le mura della casa che dondolavano come un castello di carta, poi raggiunsi il corridoio e il palazzo fece un balzo in avanti come per cadere e poi ritornò all’indietro, io in quel momento pensai che se cadeva era tutto finito, pensavo e lottavo per la vita perché davvero o pensato che il palazzo stesse cadendo.

Poi fuggimmo e incoscientemente prendemmo l’ascensore perché mia madre diceva: “no, non scendete per le scale sono le prime a cadere!”, il terremoto non era finito ancora, si sentiva la cabina dell’ascensore che si distaccava dal binario e i calcinacci che cadevano da sopra, giù al palazzo non si capiva niente c’erano persone che scappavano in preda al panico, erano scappate lasciando tutto come stava e non mi posso dimenticare di quella coppia che era scesa in mutande perché in quel momento stavano facendo l’amore e nella zona poi li soprannominarono “i nudi del terremoto”.

C’erano persone che per fuggire avevano lasciato cibi sul fuoco, chi si stava facendo il bagno ed era fuggito in accappatoio; noi rimanemmo molto tempo giù al palazzo e avevamo paura di risalire in casa, poi siccome le sorelle di mio padre (mie zie) abitavano a pochi passi da casa mia, ci incamminammo e li trovammo tutti per strada, anche amici e conoscenti. Ci raccontavamo di come era successo e di cosa stavamo facendo, era totalmente impossibile sia telefonare che ricevere, la linea telefonica era inesistente perché si erano danneggiate alcune reti telefoniche.

Io frequentavo la seconda media e il giorno dopo avrei dovuto fare il compito d’italiano, ma un compito in classe che non ho fatto più perché la scuola aveva bisogno della perizia tecnica, e rimase chiusa per un mese. Così passammo la nottata per strada nelle macchine tutti uniti e avvolti da coperte per il freddo, poi sapemmo dal tg1 che l’epicentro del terremoto era stato a Potenza e che era caduto un palazzo a via Stadera a Napoli e c’erano stati dei morti e interi paesi isolati per il terremoto.

Durante la notte ci furono  altre scosse di assestamento, chi risaliva in casa, poi scendeva di nuovo per queste scosse e dormimmo tutta la settimana per strada in macchina per la paura. Poi i miei genitori decisedo di trasferirci per un po’ a casa delle mie zie (abitavano sullo stesso pianerottolo) perché loro abitavano a l° piano, io ero molto contenta perché lì stavo in compagnia di mia cugina e poi mi calmava la paura. Ebbi un brutto choc, si chiama “stress post traumatico”, non volevo più ritornare a casa mia anche quando i miei e mio fratello ritornarono a casa, ma con mia cugina mi trovavo bene, forse il terremoto fu solo una scusa per far venire a galla quanto mi sentivo sola. Mia madre mi implorava di ritornare a casa ed io niente, sono stata in cura da uno psicologo  per questo schoch. Poi ritornai, ma la paura dei piani alti adesso resta, attualmente abito al 1°piano!! E ho ancora paura di ritornare ad un piano alto.

Ma la paura del terremoto resta ancora oggi perchè abito in una zona ad alto rischio sismico in Campania: Irpinia, il problema è mettere in sicurezza gli edifici contro i terremoti e costruire edifici a prova di terremoto, dove gli edifici si possono lesionare, rovinare facciate, ma non cadono, e le vite umane sono salve.

Però devo dire di ritenermi fortunata, ne la casa dove abitavo nell’80 e ne le case di cui era proprietario mio padre non sono cadute, hanno avuto danni lievi che poi facendo i lavori di ritrutturazione degli edifici si sono risolti, quindi si può convivere con i terremoti, ma perchè vedo in tv case che avete ristrutturato, quindi avete speso i soldi e non pensate al rischio dei terremoti? Perchè quando fate le ristrutturazioni di questi edifici non consultate esperti e li mettete in sicurezza al rischio dei terremoti?

Quel terribile 23 novembre del 1980ultima modifica: 2016-10-29T12:58:15+02:00da
Reposta per primo quest’articolo