Buone notizie per le pensioni considerate “d’oro”, professionisti, medici, dirigenti che percepiscono assegni 4 volte il minimo, da 4.300€ in su, da gennaio si ritroveranno con un assegno più alto rispetto a 3 anni fa, previsti aumenti dal 6% al 18%, a seconda dell’importo già percepito.
Non è un aumento, ma la fine del contributo di solidarietà introdotto nel 2015 su tali pensioni, la fine del taglio delle pensioni d’oro è una delle novità della legge dibilancio 2017.
La legge di stabilità del 2014, prevedeva un prelievo del 6% per 3 anni dalle pensioni con un reddito annuo al di sopra di 91.344€, quele sopra i 130mila€ un prelievo del 12% e dei 538mila€ un prelievo del 18€. Sono stati migliaia i ricorsi, il governo Renzi per paura di dovere restituire i soldi ai pensionati e dovere rivedere i bilanci annui futuri non piaceva all’esecutivo.
I ricorsi sono stati respinti dalla corte costituzionale che hanno giustificato i prelievi leggittimi e non un amuento delle tasse, ma come un contributo interno al circuito previdenziale, giustificato in via del tutto eccezionale dala crisi contingente e grave del sistema.
In parola povere, la sentenza ha graziato il governo da una restituzione dei contributi, ma ha sottolineanto che i contributi devono essere temporanei ed avere una scadenza naturale, il governo non ha fatto altro che fare decadere i contributi di solidarietà.
La decisione non era del tutto scontata, mesi fa si era discusso di un nuovo contributo di soliderietà da parte del governo per finanziare nuove misure sulle pensioni, o per la salvaguardia degli esodati. Se il governo avesse mantenuto il contributo di solidarietà, avrebbe guadagnato l’approvazione di Tito Boeri presidente dell’INPS che si batte da anni sul riequilibrio del sistema pensionistico che si basa proprio sui contibuti di chi percepisce di più (pensioni d’oro), ma il rischio era di un’altra raffica di ricorsi.
In pratica un governo che favorisce i privilegiati e penalizza chi prende poco o gudagna poco, come accadeva nelle monarchie assolute, il re favoriva i nobili regalando loro proprietà, rendite e penalizzava i poveri. Fonte della notizia
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