La Solfatara definita un supervulcano, uno dei vulcani più potenti della terra, per chi non conoscesse il vulcano, è situato nell’area dei Campi Flegrei, nella cittadina di Pozzuoli in provincia di Napoli, sul golfo di Napoli.
La Solfatara è legata al “Bradisismo”, è un fenomeno della terra che consiste nell’alzamento e abbassamento del suolo, quando si abbassa è negativo (pericolo eruzione vulcanica), quando si alza è positivo.
I puteolani notano il fenomeno dove si trova il tempio di Serapide, ritrovamento storico risalente all’epoca romana, era l’antico “Macellum”.
Il vulcano dei campi flegrei la cui eruzione di 39mila anni fa fu la più potente della terra, le sue ceneri si sparsero per tutta l’Europa, furono oscurati i raggi del sole, i fenomeno neoplastici provocano l'”inverno vulcanico”, per 2 anni, c’è qualcuno che addirittura sostiene che fu la causa della scomparsa dell’uomo di Neanderthal.
I ricercatori sono molto preoccupati perchè hanno notato una deformazione del suolo, questo significa che c’è la risalita di magma e le temperature interne stanno aumentando, anche se di valori minimi, non c’è un’eruzione imminente, ma la ricerca, coordinata da Giovanni Chiodini e condotta insieme alle università di Palermo, Roma Tre e Savoia in Francia, sostiene che la situazione deve essere approfondita e sorvegliata.
Non si osa immaginare cosa potrebbe accadere con il vulcano più potete delle terra, le cui ceneri arrivarono fino a Mosca, in un’area abitata da 500mil abitanti, non ci sono le mappe di zone pericolose, non ci sono i piani di evacuazione, la situazione non è da essere ignorata.
Le ultime analisi dei gas hanno dimostrato che le rocce intorno al serbatoio di magma si stanno riscaldando: “Il possibile avvicinarsi del magma alle condizioni di pressione critica – spiega ancora Chiodini – può spiegare l’attuale accelerazione delle deformazioni del suolo, il recente incremento delle scosse di terremoto e l’aumento dei gas più sensibili agli incrementi di temperatura”. Questo ha fatto passare l’allerta da verde a gialla.
Una sequenza di piccoli terremoti, controllati dall’osservatorio vesuviano, testimoniano che il gigante ha voglia di risvegliarsi.