Al contrario di quanto stanno dicendo e scrivendo su giornali, sul sole non si è formato un buco gigante, ma una macchia solare di grandi dimensioni, ha fatto la sua comparsa in un periodo che nessuno se lo aspettava.
Il fenomeno non è altro che un fortissimo magnetica, i gas sottostanti ad alta temperatura, non riescono a risalire sulla superfice della nostra stella. La macchia scura è dovuta alla minore temperatura.
Quali sono i pericoli?
In questo periodo il sole attraversa la fase degli 11 anni, dove ci sono minime attività eruttive e privo di macchie, il fatto che la grande macchia solare, più grande della terra sia comparsa in questo periodo, ha incuriosito molto gli astronomi e fisici di tutto il mondo. «In questa zona del Sole – è stato il commento dell’astrofisico Massimo Teodorani- si è creato una sorta di tappo che alla fine si è staccato per via della pressione enorme che si viene a creare. In parole molte semplici è avvenuto il fenomeno del tappo di uno spumante. Quindi -continua- venerdì 14 luglio si è originato un evento eruttivo, il cosiddetto Cme (Coronal Mass Ejection), caratterizzato da emissioni violente di plasma (ioni ed elettroni) verso l’esterno passando attraverso la corona solare».
Tra domenica 16 e lunedì 17 le particelle provenienti dal sole colpiranno la magnetosfera della Terra e ionosfera, ci potrebbero essere problemi con le comunicazioni satellitari, questo fenomeno ci regalerà bellissime aurore boreali, soprattutto nel nord Europa e Canada settentrionale.
COS’E’ IL CICLO SOLARE
Attualmente ci troviamo nella fase finale del Ciclo solare numero 24. Lo studio di questi ultimi è iniziato relativamente pochi anni fa, nel XIX secolo, le prime notizie, infatti, risalgono al 1850. Per tornare ai nostri tempi va detto che negli ultimi 11 anni ci sono stati due picchi dove i fenomeni turbolenti del Sole sono stati più intensi: alla fine del 2011 e nei primi mesi di tre anni fa, nel 2014. La conclusione del ciclo solare numero 24 è attesa per la fine del 2018 e l’inizio del 2019.
LE PAROLE DEL FISICO SOLARE
Mauro Messerotti, astronomo ricercatore presso l’Inaf di Trieste, va più nello specifico: «Conosciamo ancora ben poco della nostra stella, non abbiamo elementi concreti e un modello globale dell’attività del Sole ancora non c’è. Studiamo il “caso” -continua- da soli 300 anni, più o meno trenta cicli solari, su un oggetto vecchio di 5 miliardi di anni. Abbiamo però compreso che gli effetti sul nostro pianeta si hanno proprio nella fase ascendente del fenomeno. Anomalie, interferenze, black out elettrici avvengono proprio in questi frangenti -conclude il fisico triestino-, lo abbiamo constatato più di una volta. Come quando nel Nord del Canada, alcuni anni fa, proprio a causa di una tempesta solare, andò in tilt l’intero sistema elettrico di diverse città».