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Terremoto Ischia, costruzioni su antiche frane, nemmeno gli antichi romani lo facevano

Terremoto di Ischia che ha investito la settimana scorsa il comune di Casamicciola, l’isola è attraversata da diverse faglie che provocano terremoti tettonici di media e bassa magnitudo, ma siccome sono supercifiali sprigionano più energia e scuotono gli edicifi in maniera elevata.

La Campania è la regione dove si è cotruito ovunque, anze nelle zone rosse del rischio Vesuvio, uno dei supervulcani, anche all’isola d’Ischia si è costruito ovunque, molto abusivismo, si è costruito anche dove  gli antichi greci e romani non hanno mai osavano costruire.

A spiegarlo è il geologo Gianluca Minin che nel 1995 scrisse la sua tesi di laurea sull’isola d’ischia, rispolverando quello scritto emergono delle scioccanti verità sul crollo delle abitazioni del sisma di martedì scorso.

L’area intorno alla montagna in una zona compresa  tra Casamicciola, Lacco Ameno, Forio fino a Panza è costituito da 30-40 metri di detriti franosi. Depositi di antiche frane e grossi blocchi rotolanti, di cui il reperto più famoso è il fungo di Lacco a meno:

«Migliaia di costruzioni che hanno fondazioni, prevalentemente superficiali, che poggiano su depositi franosi, tranquillamente considerabili come un “pappone” semiconsolidato. Materiale eterogeneo e eterometrico che sottoposto a una scossa sismica amplifica sicuramente l’onda, aumentando in modo sostanziale i danni all’edificato. Ecco perché una scossa con magnitudo così bassa ha danneggiato tanti edifici», riassume Minim

 

Terremoto Ischia, costruzioni su antiche frane, nemmeno gli antichi romani lo facevanoultima modifica: 2017-08-28T14:37:01+02:00da
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