Maura Manca, presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, ha commentato riferendosi all’ultimo caso accaduto tra adolescenti: una ragazzina è stata accoltellata da una sua rivale in amore che avava solo 14 anni, ha detto di averlo fatto per difendere il suo amore assoluto.
«La violenza di genere può manifestarsi fin dalle prime relazioni sentimentali. Ciò che preoccupa maggiormente è che i ragazzi, già a partire dagli 11 anni, si trovano incastrati in relazioni sentimentali patologiche, senza che gli adulti capiscano cosa realmente accade sotto i loro occhi e abbiano gli strumenti per riconoscere i segnali precoci di disagio».
«Non esiste la patologia del ‘troppo amorè e non si possono mai giustificare oppressione, controllo, possessività e violenza con l’essere troppo innamorati», specifica Manca.
Ci sono dati allarmanti, una ragazzina su 10 ha paura del proprio fidanzato, mentre 3 ragazzi su 50 si sento prigionieri dalla relazione con la propria patner, perchè sono vittime di fidanzati/e che minacciano si suicidarsi ogni volta che si litiga e ci si lascia, il 60% sono donne.
Su un campione di 11.500 adolescenti tra gli 11 e 19 anni, è un fenomeno spesso sottovalutato e non recente, «la violenza nelle coppie, già a partire dall’adolescenza, lascia delle ferite profonde ed è la base per la violenza domestica e per gli omicidi», sottolinea Manca.
La paura che il proprio patner possa fare un gesto estremo provoca stress: «ma non ne parlano con gli adulti perché troppo spesso, genitori e insegnanti, sottovalutano la pressione generata da questa condizione mentale, pensando siano tipiche esagerazioni adolescenziali», spiega l’esperta.
Il 16% degli adolescenti è stato obbligato a cancellare amicizia su facebook e dai social in generale perchè il proprio fidanzato/a era geloso. Sette ragazzi su 100 sono obbligati a dare le password dei social al loro patner per essere controllati costantemente. Il 20% è controllato dal proprio ragazzo/a su chat, messaggi foto, video e ogni tipo di attività sia sul pc che sul proprio smartphone.
«Questi adolescenti – evidenzia Manca – vengono violati nella loro libertà, nella loro privacy, nei loro spazi personali per insicurezza, gelosia e possessività e la maggior parte di loro non ha gli strumenti per capire che il rapporto sentimentale che sta vivendo è patologico, non riescono a mettere un punto e restano incastrati all’interno di queste relazioni malsane, arrivando talvolta anche a scaricare sul corpo la propria sofferenza, fino a casi più gravi ed eclatanti in cui la vittima arriva a subire aggressioni fisiche».
Due adolescenti su 50 sono stati aggrediti fisicamente dal proprio fidanzato, nel 64% dei casi sono maschi, mentre il 21% si sente controllato dei propri spostamenti dal proprio patner: «Ragazzi che non si rendono conto che determinati comportamenti non solo sono reati ma condotte di violenza vera e propria», dice la presidente dell’Osservatorio convinta che «se si tenesse conto di questi numeri, si capirebbe come questi comportamenti violenti possano cronicizzarsi e aggravarsi nel corso degli anni, fino a sfociare in tragedie, come del resto dimostrano gli innumerevoli fatti di cronaca».
Ci possono essere delle conseguenze psicopatologhiche molto gravi di chi ha subito violenze fisiche e verbali, il 76% delle vittime si è abbuffato fino a stare male, il 46% è diventato anoressico, il 65% soffre di depressione, il 54% ha crisi di pianto. Le conseguenze delle violenze fisiche possono portare anche al suicidio.
Per prevenire la violenza ci vuole educazione affettiva fin da piccoli, sia in famiglia che ha scuola, è questo è il problema, spesso vivono un clima di violenza anche in famiglia, padri che trattano male la madre.