Certe pillole, sono molto grandi e difficili da digerire o degludire, sono in molti che fanno la pratica di dividere, polverizzare, o addirittura mescolare negli alimenti pillole o farmaci, soprattutto persone anziane.
Ma la pratica è dannosa, perchè anche con un taglia pillole, la pillola non viene mai divisa in parti uguali, si può alterare la dose del medicinale che bisogna assumere, quindi non fa effetto e non da l’efficacia terapeutica, oppure al contrario può aumentare le dosi della medicina che bisogna assumere con rischi di effetti collaterali.
Lo dicono gli esperti della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg), riuniti a Napoli per il 62ø Congresso Nazionale dal 29 novembre al 2 dicembre, e mettono in guardia da tale pratica che consigliano i medici di frantumare le pillole per assumerle più facilmente, oppure per aggiustare le dosi della terapia.
Quattro anziani su dieci alterano i farmaci, li frantumano e li camuffano ai cibi, ma la pratica potrebbe essere pericolosa, specialmente verso quei farmaci che in sovradosaggi danno gravi effetti collaterali anche fatali, in questi casi chiedete al vostro medico una formulazione diversa, per evitare di spezzare le pillole.
«Dividere le pillole è sempre fonte di errori – spiega Nicola Ferrara, presidente Sigg – l’imprecisione è inevitabile soprattutto negli anziani che hanno spesso difficoltà visive o problemi articolari alle mani. Non parliamo poi di quando la pastiglia viene triturata: non perderne una parte consistente è praticamente impossibile. Un’operazione che viene spesso estesa a tutte le medicine prescritte, mescolate in un’unica soluzione. Un mix che può provocare rischi di interazione fra principi diversi e fenomeni di irritazione delle vie aeree a causa dell’inalazioni delle polveri».
Secondo i dati raccolti dalla Sigg, la pratica di spezzare e frantumare le pillole è molto diffusa, specialmente dalle persone anziane affetta da demenza e ictus, evitare questa pratica è possibile: «per esempio somministrando la pastiglia intera assieme a yogurt, budini o altri cibi di consistenza morbida, oppure usando farmaci in diversa formulazione, dalle gocce ai granulati», consiglia Luisa Guglielmi della Fondazione Casa di Riposo di Robecco d’Oglio Onlus