Vai in bagno durante le ore di lavoro, rispetto a quelle stabilite dal contratto? Lo devi scrivere sul tablet ‘Inizio pausa B’ e ‘Fine pausa B’.
E’ il nuovo regolamento aziendale dalla Skg di Camerano (Ancona), in seguito sospeso, un’azienda che produce componenti meccaniche e filtri per auto, da lavoro ad un centinaio di operai, il 90% sono donne di un’età media di 50 anni.
Scoppia la protesta dei lavoratori, 8 ore di sciopero per un provvedimento dichiarato «lesivo della dignità delle lavoratrici» – spiega Sara Galassi, della segreteria Fiom di Ancona – ora il nuovo regolamento è stato sospeso fino a lunedì.
«Inutile aggiungere – afferma Galassi – che queste sono le conseguenze delle modifiche apportate dal Jobs Act all’art. 4 dello Statuto dei lavoratori: norme che ora legittimano le aziende ad esercitare un controllo a distanza tramite gli strumenti che il dipendente utilizza per eseguire le proprie mansioni».
La “Skg”, ha risposto che è autorizzata per legge a controllare gli spostamenti dei lavoratori, ma secondo Fiom e Uilm, controllare i dipendenti quante volte vanno in bagno è una violazione di privacy, e non deve essere oggetto di contestazioni e sanzioni, «Sulla tutela della sfera di riservatezza nei luoghi di lavoro tuttavia la giurisprudenza non è univoca» , afferma la sindacalista.
Le operaie dello stabilimento di Camerano (Skg, un gruppo con sede legale a Parma e impianti produttivi anche in Albania, Giappone, Indonesia), lavorano in piedi e sono dotate tutte di tablet hanno diritto solo a 2 pause di 15 minuti: dalle 7:30 alle 7:45 e dalle 10:30 alle 10:50 nel primo turno, d’ora in poi pause per la toilette aggiuntive le dovranno annotare sul tablet, «In molti casi, aggiunge Galassi, si tratta di dipendenti non più giovani, o con malattie professionali. Controllare i loro bisogni fisiologici sarebbe lesivo del diritto alla riservatezza».