Se il fratello maggiore è gay, c’è la possibilità che lo diventa anche il minore, un fenomeno osservato anche in altri studi, ma solo per i maschi, adesso ha una spiegazione biologica.
I ricercatori canadesi della Brock University hanno testato un piccolo gruppo di 142 donne, di cui 16 senza figli, 72 con figli eterosessuali, 31 con figli gay senza fratelli maggiori e 23 con figli gay e fratelli maggiori, oltre a un gruppo di controllo di 12 uomini.
In tutti i partecipanti sono state osservati i livelli di reattività di 2 proteine, trovate solo nei maschi e sviluppate nel tessuto celebrale fetale.
Lo studio ha evidenziato che le mamme di figli primogeniti gay, hanno anticorpi contro le proteine con livelli più alti.
«Sembra – affermano gli autori – che in alcune donne durante la prima gravidanza, o subito dopo la nascita del primo figlio maschio, il corpo inizi a rilevare la presenza della proteina come sostanza estranea, e inizi a produrre anticorpi. In seguito, con altre gravidanze maschili, gli alti livelli di anticorpi potrebbero cambiare lo sviluppo cerebrale nei secondi nati. Questo è il culmine di più di 20 anni di ricerche sull’effetto dell’avere fratelli maggiori. Il risultato aggiunge ulteriori prove al consenso scientifico sul fatto che l’omosessualità non è una scelta ma una predisposizione innata».