Ogni anno in Italia ci sono 3400 nuovi casi di tumore al rene, tra le cause il 25% è colpa del sovrappeso, il 31.7% degli italiani ha problemi di sovrappeso e di alimentazione sbagliata, un problema da non sottovalutare. Il 30% dei pazienti arriva alla diagnosi molto tardi, una volta c’erano scarse possibilità terapeutiche, invece oggi è cambiato.
“Spiega Giuseppe Procopio, responsabile dell’Oncologia Medica genitourinaria della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. Per i pazienti con neoplasia in fase metastatica, i farmaci a bersaglio molecolare hanno permesso di allungare la sopravvivenza di oltre due anni. Queste terapie sono caratterizzate da un comune denominatore: svolgono un’azione “anti-angiogenica”, hanno cioè la capacità di inibire la formazione di nuovi vasi sanguigni. Questa azione interferisce con lo sviluppo del tumore che, per crescere, ha bisogno di ossigeno, di sangue e di nuovi vasi sanguigni che lo irrorino».
Le terapie stanno cambiando e danno meno effetti collaterali della chemioterapia, dopo l’immunoncologia, c’è una nuova terapia cabozantinib, ha dato casi di successi: «Passi in avanti che hanno un impatto positivo sulla qualità di vita dei pazienti – sottolinea Camillo Porta dell’Oncologia Medica della Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia -. Lo studio Meteor che ha condotto all’approvazione della molecola, ha coinvolto 658 pazienti. Particolarmente evidente il vantaggio, pari a quasi 5 mesi, nella sopravvivenza globale rispetto all’attuale standard di cura».
Per la prevenzione del tumore al rene sono molto importanti gli stili di vita, tra cui alimentazione malsana, sovrappeso, altre cause come fumo da sigaretta.
«Sono diversi i fattori di rischio associati all’insorgenza di questa neoplasia – afferma Porta -. Oltre al sovrappeso e all’obesità, va considerato il fumo di sigaretta, in particolare negli uomini. I tabagisti presentano un rischio del 50% più elevato di sviluppare un tumore localizzato nel parenchima renale rispetto a coloro che non hanno mai fumato. Anche l’ipertensione arteriosa è un importante fattore di rischio ed è associata a un incremento del 60% delle probabilità rispetto ai normotesi. Per questo è fondamentale trasmettere ai cittadini i messaggi della prevenzione. Inoltre l’impiego sempre più diffuso della diagnostica per immagini consente di individuare la malattia in pazienti monitorati per altre cause. Sono le cosiddette diagnosi casuali, estremamente importanti perché spesso mostrano la malattia in fase iniziale».
Ricordatevi che prevenire è meglio che curare.
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