Candidarsi in parlamento per PD e PDL costa 30mila euro, da versare al momento dell’accettazione. Silvio Berlusconi l’ha chiarito con una lettera scritta e firmata dal tesoriere Alfredo Messina, agli aspiranti candidati.
Matteo Renzi invece ancora deve stabilire le quote. Forza Italia li vuole in unica soluzione, nemmeno la lega Nord risparmia il balzello e li accetta anche a rate.
Fanno pagare la poltrona in parlamento ai primi 9 nella lista per la camera e ai primi 6 nella lista per il parlamento.
Un gettone d’ingresso in parlamento che PD, PDL e Lega fanno pagare a spese dei contibuenti e detratti dallo stipendio, loro lo chiamano: “contributo alla campagna elettorale”.
Un sistema che va avanti dall’epoca del PCI: “Diamo una mano al partito dai tempi del Pci – racconta Andrea De Maria, candidato alla Camera dopo aver sbancato alle parlamentarie di Bologna con oltre 10mila preferenze – Qui in Emilia Romagna la somma richiesta è 35mila euro, da versare nei cinque anni di legislatura con un prelievo dalle indennità da parlamentari. Non c’è niente di male”.
Certo che non c’è niente di male, ma i partiti percepivano anche finanziamenti dallo stato a spese dei contribuenti. E non solo ci sono anche impreditori mafiosi che per loro scopi finanziano le loro campagne elettorali.
E movimento 5 stelle? I candidati non pagano, scrivetelo anche su striscioni e affiggeteli in tutte le strade d’Italia, perchè hanno evitato gli sprechi e creato un’altra fonte di finaziamento intelligente senza lobbisti e mafia che finanziano il partito per propri interess, con il lavoro e il contributo dei cittadini, chi dice il contrario è un bufalaro attaccato alla poltrona che non vuole perdere i soldi ne dei candidati e nemmeno i finanziamenti pubblici ai partiti! M5S con questo sistema ha azzerato personaggi mafiosi che finanziano le campagne elettorali ai partiti.