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Suore trattate da sguattere in case di cardinali e vescovi

Le chiamano “le schiave silenzione”, l’osservatore romano mette in evidenza il caso di suore, trattate come serve nelle case di vescovi, cardinali e preti, uno dei tanti di maltrattamenti del mondo della Chiesa cattolica mai fatto sapere.

Sul giornale della sante sede è apparso un articolo sulle condizioni di disagio delle religiose, spesso laureate e con anni di teologia alle spalle, sono costrette a fare lavoro domestico non riconosciuto in Vaticano e altrove.

«Alcune di loro, impiegate al servizio di uomini di Chiesa, si alzano all’alba per preparare la colazione e vanno a dormire una volta che la cena è stata servita, la casa riordinata, la biancheria lavata e stirata. In questo tipo di “servizio” le suore non hanno un orario preciso e regolamentato, come i laici, e la loro retribuzione è aleatoria, spesso molto modesta».

La cosa più umiliante è che le suore-colf non sono mai invitate a mangiare alla tavola dove servono. Una suora dietro anonimato dice: «Un ecclesiastico pensa di farsi servire un pasto dalla sua suora e poi di lasciarla mangiare sola in cucina una volta che è stato servito? È normale per un consacrato essere servito in questo modo da un’altra consacrata? E sapendo che le persone consacrate destinate ai lavori domestici sono quasi sempre donne, religiose? La nostra consacrazione non è uguale alla loro?».

Molte suore-colf hanno paura di parlare perchè dietro di loro ci sono storie molto complesse, come nel caso delle suore venute dall’Africa, dall’Asia e dall’America latina, ci sono compensi pagati per cure mediche o studi ai componenti della famiglia della suora.

«Alcune dicono di essere felici, non vedono il problema, ma provano comunque una forte tensione interiore. Simili meccanismi non sono sani e certe suore arrivano, in alcuni casi, ad assumere ansiolitici per sopportare questa situazione di frustrazione».  

Suore trattate da sguattere in case di cardinali e vescoviultima modifica: 2018-03-04T12:31:33+01:00da
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