Il figlio 29enne di un facoltoso imprenditore della riviera del Brenta all’epoca aveva 25 anni quando aveva deciso di fare causa al padre chiedendo 230mila euro per studi universitari e master. Ma il padre quasi 90enne non voleva sborsare nemmeno un euro, ma il tribunale gli aveva imposto di corrispondere al figlio un assegno mensile di 300€ al mese.
Invece il giovane pretendeva una “paghetta” di 900€ al mese dando vita ad una battaglia legale, ma questa volta il tribunale gli ha bocciato la richiesta con la sentenza del 2014, bloccando anche l’assegno mensile di 300€.
Soddisfatto il legale del genitore, l’avvocato Stefano Marrone: «Dopo 4 anni la giustizia ha riconosciuto il buon diritto del padre a vedere il proprio figlio che provvede in modo autonomo a se stesso. Un figlio di 29 anni ha il dovere di rimboccarsi le maniche senza gravare ancora sui genitori».