Nadia Toffa nota conduttrice giornalista de “le iene”, su italia 1, a dicembre dell’anno scorso ha scoperto di avere un cancro. Il 30 settembre ritornerà in trasmissione insieme ad Alessia Marcuzzi.
Nadia non c’è la fa più e risponde su istagram con un nuovo post, a chi l’ha scritticata per alcune frasi scritte in merito alla pubblicazione del suo libro, dove raccontala sua battaglia contro il cancro, al centro della polemica ci sono alcune frasi che la Toffa avrebbe scritto, tipo «Il cancro è un dono. Se ci sono riuscita io può sconfiggerlo chiunque». Nadia ha risposto così:
«Gli webeti proprio perché ebeti continuano a ridere della parola dono – scrive – Non ho mai sostenuto di essere fortunata ad avere il cancro. Sono pazza secondo voi? Probabilmente chi non capisce e ride per fortuna sua non è mai entrato in un reparto di oncologia pediatrica. I Bambini lì sorridono e ridono non perché felici ne’ perché si sentono fortunati di avere il cancro ma perché hanno spirito di sopravvivenza e sanno che la vita continua nonostante la malattia e così i loro genitori che sono con loro a sostenerli ogni giorno cercando di portatgli allegria. Sono scemi? O si sono trovati in quella situazione e cercano di sopravvivere? Chiedetevelo davvero! Il cancro è un dono per loro? Avessero potuto scegliere cosa avrebbero deciso per i loro figli? Quel destino infame? Ne sono felici? O Provano solo a essere sereni per dare coraggio ai loro piccoli.Tra l’altro sono gli stessi psicologi e medici a dire che un atteggiamento positivo aiuta. Motivo per cui esiste la clownterapia».
E ancora: «Fin dall’esordio della mia malattia ho sestenuto che l’unica speranza che abbiamo contro il tumore è la medicina. Con radio e chemio…..uniche cure esistenti….Magari con la forza di volontà si potesse guarire…. non è ovviamente così ma di certo un atteggiamento positivo aiuta e questo lo dice la scienza non la sottoscritta. Dunque imparate a non giudicare e fatevi un giro negli ospedali o a casa dei malati oncologici. Non c’è un funerale in corso perché le persone sono ancora vive e sono felici di esserlo e così le persone che li assistono ovviamente, con dolore e strazio ma con resilienza. Non credo sia difficile provare a immedesimarsi. Provateci anche per poco. Fate uno sforzo su. Forse forse riuscite a capire. Sono stata in zone di guerra…in Iraq per la precisione e dove esplodono le bombe i bambini giocano a pallone. E le mamme preparano il te. La vita è più forte e sono convinta che quei bambini che giocano non offendono i soldati e nemmeno quelle mamme che preparano da mangiare ai loro figli».