Chi ha la prima casa di proprietà non ha diritto al reddito di cittadinanza, chi ha la casa di proprietà ed è pensionato al minimo non ha diritto all’aumento di pensione a 780€. Caro Di Maio, Conte, questa storia che sto per raccontarvi e una delle tante storie che accade in Italia. Ma vi siete chiesti se con 780€ al mese si può pagare un affitto, vi siete chiesti chi ha la prima casa di proprietà e viene licenziato, oppure non riesce a trovare un lavoro se può mantenere una casa. La prima casa è un diritto, non è una rendita.
E’ la storia di una 36enne di Salice vicino Pordenone che ha perso casa e lavoro dal 29 giugno scorso, ed è stata sfrattata perchè non può più pagare l’affitto. Adesso vive in auto e ha tentato anche il suicidio.
«Per il momento riscuoto un assegno di disoccupazione di 700 euro – racconta la donna – che mi viene ridotto del 3 per cento ogni mese. Quei soldi per ora sono la mia ancora di salvezza, ma certamente non mi posso permettere di pagare un appartamento. Per questo mi sono rivolta ai servizi sociali, anche per quanto riguarda i pasti, per cercare qualcuno che mi potesse dare una mano in questo periodo, spero, di transizione. Mi è stato risposto – continua la 36enne – che i pasti me li devo comunque pagare. Per quanto riguarda la questione casa, per fortuna, una soluzione è stata trovata: per quattro notti sono stata ospitata all’hotel Luna di Fontanafredda, poi per altre due settimane e mezza ho trovato un letto all’hotel Regina di Sacile. Ai servizi sociali ho chiesto poi di poter andare alla Madonna Pellegrina a Pordenone, ma mi è stato risposto che non c’erano più posti a disposizione. A questo punto mi sono confrontata ancora con le assistenti sociali – afferma la donna – ma mi è stato riferito che non c’erano altre soluzioni, che sono così state tutte scartate. Così da più di un mese sono costretta a dormire nella mia auto. Il meteo da questo punto di vista mi sta aiutando, ma ho il terrore di quando le temperature inizieranno a scendere, e purtroppo credo non manchi tanto tempo. In questa situazione il più delle volte non riesco nemmeno a fare più di un pasto al giorno. Ho anche proposto una possibile soluzione abitativa visto che a Sacile ci sono strutture comunali, vedi Ronche, per i casi come il mio, ma al momento vivo ancora nella mia auto. Non ce la faccio davvero più – aggiunge la giovane tra le lacrime – Ormai sono pronta a tutto».VAI ALLA NOTIZIA.