Qualche mese fa stavo facendo zapping con il telecomando tv e per caso mi sono fermata su Marco Polo del digitale terrestre. e stavano facendo vedere un piccolo paesino del trentino dove sulle montagne si nascondevano i partigiani.
Poi hanno spiegato strofa e strofa la canzone “Bella ciao”, spiegavano che le “belle ciao” erano delle ragazze con delle trecce bionde, che aiutavano i partigiani, erano delle messaggere e tra le montagne solo le ragazze facevano entrare, il canzone era un segnale per dire a tutti che stavano arrivando le ragazze.
Ma facendo una ricerca in rete, pare che questa sia una delle storie attribuite alla canzone, addirittura c’è chi sostiene che non è ne la canzone di partigiani, ne una canzone fascita.
Gianpaolo Pansa: «Bella ciao. È una canzone che non è mai stata dei partigiani, come molti credono, però molto popolare». Giorgio Bocca: «Bella ciao … canzone della Resistenza e Giovinezza … canzone del ventennio fascista … Né l’una né l’altra nate dai partigiani o dai fascisti, l’una presa in prestito da un canto dalmata, l’altra dalla goliardia toscana e negli anni diventate gli inni ufficiali o di fatto dell’Italia antifascista e di quella del regime mussoliniano … Nei venti mesi della guerra partigiana non ho mai sentito cantare Bella ciao, è stata un’invenzione del Festival di Spoleto». Fonte lanostrastoria.corriere.it
Ci sono delle origini confuse riguardo a “Bella ciao”, addirittura c’è chi attribuisce la canzone a 3 amici che si fecero una gita in barca per andare a pesca, il nome si riferiva alla trota pescata.
Altri attribuiscono la canzone alle mondine che andavano a lavorare nelle risaie e i partigiani poi cambiarono le parole.
Ma non esiste nessuna prova che “Bella ciao” sia mai stata cantata dai partigiani, forse diventò l’innò di una canzone mai cantata durante la guerra a causa della sua orecchiabilità.
Adesso ditelo a sinistroidi, magliette rosse, coop rosse, siete ridicoli, la fate cantare anche ai bambini, questa è una violenza psicologica.