Qualche giorno fa diverse persone hanno denunciato che hanno acquistato prodotti di pasticceria e pandori artigianali da una nota catena di pasticceria napoletana, ma una volta aperto il pandoro a casa la sgradita sorpresa: erano ammuffito.
L’accaduto l’ha reso noto il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, nel corso della trasmissione “la radiazza”, programma di radio marte, c’è anche un post del consigliere sul suo diario facebook con tanto di foto di pandoro ammuffito:
«Abbiamo ricevuto una serie di segnalazioni riguardo alcuni dolci natalizi venduti a Napoli in cattivo stato di conservazione – si legge nel comunicato firmato dallo stesso Borrelli e dal conduttore de “La Radiazza”, Gianni Simioli –. Il fenomeno ha riguardato una delle pasticcerie più famose di Napoli con varie rivendite in centro».
Poi nel post si legge la disavventura di un’acquirente «La signora P.R. ci ha comunicato di aver acquistato un “Pandorato artigianale” in data 31 dicembre, ritrovandosi al momento dell’apertura di fronte ad un prodotto ammuffito e maleodorante. Questa mattina ha riportato il dolce al negozio, facendosi restituire il corrispettivo del prezzo». La stessa richiesta di restituzione può essere avanzata da tutti coloro si siano trovati di fronte a prodotti già alterati al momento della vendita: «Abbiamo contattato la rivendita per sincerarci che chiunque abbia acquistato dolci in cattivo stato di conservazione possa essere ristorato dalla restituzione di quanto pagato al momento dell’acquisto. Ci è stato detto che la ditta è disponibile a restituire il prezzo o ad emettere un buono per la stessa cifra. Pertanto – concludono Borrelli e Simioli – invitiamo chiunque abbia acquistato dolci guasti a riportarli presso il negozio in cui sono stati acquistati e invitiamo altresì i produttori a stare più attenti in futuro perché rischiano di beccarsi denunce e di rovinare il buon nome della loro azienda».
Nel corso della trasmissione è intervenuto Marco Infante, titolare della pasticceria-gelateria:
«Volevo precisare che noi con questa storia non c’entriamo nulla – ha dichiarato –. Molti hanno visto il logo nelle foto che avete pubblicato e ci hanno chiamato in causa, ma noi siamo estranei». Poi ha ammesso: «Per onestà intellettuale devo dire che quando si fa produzione artigianale certe cose possono capitare. In quei casi si restituiscono i soldi o si fa un buono».
Ma ci sono diverse idee di come si sia formata quella muffa, alcuni dicono che sia stato impacchettato ancora caldo e la condensa abbia formato la muffa, altri dicono che un prodotto artigianale va mangiato nel giro di 24-48 ore, ci dobbiamo credere? Usanza di molti esercizi commerciali di rifilare i panettoni e pandori rimasti dell’anno scorso. Solo una persona se l’ha fatto cambiare e si è fatta restituire i soldi, se vi capita portatelo indietro e fatevi ridare i soldi.