Domani 1° marzo 2019 va in vigore il nuovo regime fiscale approvato nella legge di bilancio a dicembre 2018 per le auto che inquinano di più, sconti per le auto che producono meno CO2 e magari utilizzano carburanti alternativi meno inquinanti come ad esempio le auto elettriche.
La nuova e discussa ecotassa nel campo assicurativo sarà applicato allo stesso modo delle polize bonus malus, si premieranno i più virtuosi dal punto di vista ambientale, più inquini, più paghi.
A definire il livello della tassazione provvedono le emissioni di CO2 come risultano dai dati di omologazione presenti nel libretto di circolazione (seconda facciata, voce V7). Su questa base, l’acquisto di una vettura con emissioni non superiori ai 20 g/km (valore alla portata solo di auto al 100% elettriche) dà diritto a un ecobonus di 4.000 euro (6.000 in caso di contestuale rottamazione di un veicolo fino a Euro 4), mentre tra i 20 e i 70 g/km il bonus scende a 1.500 euro (2.500 con rottamazione).
Incentivi per chi acquista un auto elettrica o motorino elettrico, per gli ultimi è previsto uno sconto del 30% sul prezzo d’acquisto.
Seppur di segno opposto, la gradualità caratterizza anche l’ecotassa, che scatta qundo il numero indicato alla voce V7 del libretto è superiore a 160: il tal caso il balzello è di 1.000 euro, che salgono a 1.600 tra i 176 e i 200 g/km, a 2.000 tra i 200 e i 250 g/km, limite oltre il quale l’imposta tocca il massimo di 2.500 euro. Un livello generalmente raggiunto di modelli di prezzo talmente elevato che il «fee» imposto dallo Stato diventa ininfluente sulle decisioni d’acquisto. Tra le due categorie c’è una vasta zona cuscinetto in cui la nuova normativa non ha alcun effetto: nella fascia di emissioni compresa tra i 71 e i 160 g/km di CO2 si colloca infatti la stragrande maggioranza dell’offerta automobilistica italiana, tra cui quasi l’intera produzione dei costruttori generalisti e una buona fetta dei listini premium.
Per chi è interessato a questi modelli non cambia nulla.A doversi affrettare sono piuttosto coloro che intendono acquistare un’auto passibile di ecotassa. Per dribblare la sovraimposta non basta infatti recarsi in concessionaria e sottoscrivere il contratto, ma è infatti necessario che la vettura venga immatricolata entro la fine di febbraio. Chi non se la sente di affrontare questa corsa contro il tempo può sempre rivolgersi all’usato recente (e perché no ai «chilometri zero»), meglio se coperto dalla garanzia che ormai tutte le case forniscono a corredo del loro usato di qualità. C’è poi un cerchia, ristretta ma presente, di automobilisti «costretti» a correre per evitare il balzello: sono coloro che sono proprietari di una vettura con targa estera: a partire dal 1° marzo l’immatricolazione italiana sarà soggetta all’ecotassa, sempre che l’auto superi il fatidico muro dei 160 g/km di CO2.
Per completare il quadro delle «istruzioni per l’uso», anche le diverse declinazioni di uno stesso modello possono nascondere delle insidie per il portafogli. Per esempio, l’alternativa tra le due e le quattro ruote motrici, piuttosto che la scelta di accessori opzionali capaci di impattare sull’efficienza aerodinamica e quindi sui valori di omologazione delle emissioni sono in grado di determinare l’ingresso nell’ostile mondo dell’ecotassa o uno sgradito e costoso salto di categoria. Meglio quindi informarsi prima piuttosto che lamentarsi (oltretutto inutilmente) dopo.
Ecotassa auto inquinanti, da domani 1° marzo va in vigore la nuova normativa, ecco cosa cambia.ultima modifica: 2019-02-28T21:28:41+01:00da
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