Il “Padre nostro”, è la preghiera più conosciuta cristiana secondo Vangelo di Luca (11,1), è la preghiera che Gesù insegnò ai suoi discepoli, ma ci sono state diverse controversie sulla giusta traduzione.
Adesso è Papa Francensco in persona ad affermare che il passaggio “Non ci indurre in tentazione”, sia una traduzione sbagliata: «Quello che ti induce in tentazione – conclude Francesco – è Satana, quello è l’ufficio di Satana».
«Anche i francesi – prosegue il Pontefice – hanno cambiato il testo con una traduzione che dice “non mi lasci cadere nella tentazione”.
Bergoglio ne parlerà domani 6 dicembre alle 21, 25 alla trasmissione “Padre notro”, un programma in nove puntate che andrà in onda su TV2000.
In Francia dopo anni di polemiche, finalmente si è detto addio al vecchio “Padre nostro”, la nuova versione francese non include più il passaggio “ne nous soumets pas à la tentation” – “non sottometterci alla tentazione” -, che è stato sostituito con una versione ritenuta più corretta: “ne nous laisse pas entrer en tentation”, “non lasciarci entrare in tentazione”.
Secondo quanto ha scritto Le Figaro, la prima formula – “non sottometterci” – ha fatto credere a generazioni di fedeli che Dio potesse tendere in qualche modo una sorta di tranello, chiedendo loro di compiere il bene, li “sottometteva” alla tentazione del male. «La frase attuale lasciava supporre che Dio volesse tentare l’essere umano mentre Dio vuole che l’uomo sia un essere libero», ha commentato il vescovo di Grenoble, monsignor Guy de Kerimel, citato dal giornale. Dopo mezzo secolo – la controversa versione venne introdotta il 29 dicembre 1965 – la Conferenza episcopale transalpina ha quindi optato per la nuova traduzione del Notre Père. Per aiutare i fedeli a memorizzarla, la nuova preghiera è stata distribuita in decine di migliaia di copie nelle chiese di Francia. Il cambio ufficiale è avvenuto due giorni fa, domenica 3 dicembre. Per la verità, anche in Italia, nella versione della Bibbia della Cei (2008), il passo “et ne nos inducas in tentationem” è tradotto con “e non abbandonarci alla tentazione”; l’edizione del Messale Romano in lingua italiana attualmente in uso (1983) non recepisce tuttavia questo cambiamento. Ora però è il Papa a sostenere pubblicamente che si dovrebbe cambiare.
NON CREDO CHE IL PIU’ SPROVVEDUTO DIO ABBIA BISOGNO DI ESSERE PREGATO, SE POI DOBBIAMO PREGARE QUELLO ONNIPOTENTE INVENTATO DALLA CHIESA E’ IL COLMO. MAGO PROF. SILVA