Francesco Totti, l’ex capitano numero 10 della Roma, ospite a Verissimo, programma televisivo di canale 5, in occasione della presentazione del suo libro “Un capitano”, parla del suo amore in lacrime Ilary Blasi:
«Quando le ho fatto la proposta di matrimonio, l’ho portata a sorpresa in un ristorante al mare a Santa Severa. Lei si lamentava perché era lontano. Ma poi quando gli ho chiesto di sposarmi non ci ha pensato due volte».
L’ex capitano conosce Ilary da 17 anni e si è innamorato di lei da quando era una letterina: «Non era così bella – scherza – un po’ paffutella. L’ho fatta diventare più bella io. L’amore migliora, con la nascita dei bambini ancora di più. Per fare il quarto devo trovare il momento giusto. Al momento giusto la devo colpire bene. Devo capire la settimana in cui è propensa». Ilarità in studio e Silvia Toffanin replica ridendo: «Usciamo dall’ovulazione».
Francesco parla anche della fase del corteggiamento: «La invito al derby del 10 marzo 2002. Ma la sorella mi dice che forse non può venire. Non dormo tutta la notte. Mi ero fatto fare la maglietta «Sei unica», ma dovevo fare gol per fargliela vedere. Il giorno stesso mi scrive che stava venendo e io mi sono messo a saltare sul letto. Il destino ha voluto che quel giorno facessi uno dei gol più belli della mia vita. Gliel’ho dedicato con la scritta. Lei è davvero unica come mamma e come tutto. Il nostro amore migliora sempre di più, quello mi fa emozionare. Prima ero geloso. La volevo a casa perché la volevo vedere vicino. Ma lei è più gelosa di me. Non lo dice perché è paraventa».
Totti ha parole d’amore anche per i suoi genitori: «Mio padre non mi ha mai fatto un complimento. Mi diceva: Sei una pippa, dovevi fare più gol. I miei genitori mi hanno insegnato il rispetto per le persone più grandi e hanno fatto in modo che rimanessi con i piedi per terra».
E sulla Roma, la sua grande passione, conclude: «Il mio obiettivo è stato sempre quello di onorare il popolo romanista, sia in Italia che in Europa. Per me la resposabilità era doppia. Ma essendo romano, conoscevo tante cose in più».