I servizi sociali del Comune di Cisterna di Latina, che seguivano il caso di Desirée Mariottini, avevano segnalato al Tribunale dei minorenni che quella ragazzina di 16 anni era in pericolo e, forse, doveva essere seguita un po’ di più.
Desirée aveva lasciato la scuola dopo il primo anno, frequentava giri rischiosi, passava tutto il giorno fuori casa, spesso non si ritirava a casa a tarda notte o non si ritirava a casa. Il padre dopo la separazione con la madre gli era stato imposto il divieto di avvicinamento alla ex compagna, era stata affidata alla nonna.
Nessuno era riuscito a salvarle la vita, aveva iniziato a frequentare lo stabile di via d via dei Lucani, nel quartiere San Lorenzo, dove nella notte tra il 18 e il 19 ottobre è stata imbottita di droghe e psicofarmaci, stuprata da un branco di pusher e lasciata morire, abbandonata su un letto sudicio.
I ragazzi che quella notte dell’orrore erano con lei nello stabile abbandonato e sono stati accusati di omissione di soccorso, hanno detto che la ragazzina era scappata da casa da giorni, «Avevamo paura che la polizia ci ritenesse tutti responsabili», ha detto un testimone.
Ma c’è un’altra versione dei fatti di Antonella una testimone che mette in discussione quanto riferito da altre persone che erano presenti quel venerdì nel palazzo abbandonato:
«Mi sono dovuta allontanare da Roma perché dei senegalesi mi cercavano dice la ragazza quello che hanno detto gli altri non è vero, si sono messi d’accordo: Desirée quel pomeriggio è stata con me in giro San Lorenzo fino alle 17, non si è sentita male alle 15 perché eravamo in piazzetta». Intanto agli atti del fascicolo sono stati depositati i verbali di spontanee dichiarazioni fatte da uno degli imputati, Mamadou Gara, detto Paco, al momento dell’arresto: «Quella ragazza la chiamavo Maman, mi aveva detto di avere 23 anni. Abbiamo avuto un rapporto e verso le 16 ho lasciato lo stabile. Sono tornato alle 3 e hanno detto che era morta. La droga non gliel’ho data io».
Intanto, resta in carcere Yusif Salia, il ghanese di 32 anni accusato, insieme a Brian Minteh, Mamadou e Chima Alinno, dell’omicidio e della violenza. Il giorno dopo lo stupro era fuggito da Roma. È stato arrestato vicino a Foggia. Il gip del Tribunale pugliese ha convalidato il fermo, mentre l’interrogatorio di garanzia è slittato ai prossimi giorni.