Vittorio Sgarbi, critico d’arte, senatore e pupillo di Berlusconi, “l’uomo che è andato in pensione senza lavorare un giorno!”, così è il titolo dell’articolo del settimanale “Panorama”, l’intervista che è stata realizzata dal giornale a Sgarbi, andrà in pensione a 66 anni.
Nel 2019 Sgarbi inizierà a ricevere la pensione per il lavoro svolto ai beni cuturali con 33 anni di aspettativa:
«Non l’ho chiesta, me l’hanno comunicato loro. E alla “quota 100” io rispondo con la “Quota Sgarbi”. Lavorerò infatti fino all’ultimo giorno».
Vittorio Sgarbi nato nel 1952, iniziò la sua carriera come insegnante di latino nel 1977, è diventato prima ispettore poi soprintendente dei Beni culturali ma dal 1985 risulta in aspettativa. il critico d’arte ha versato 45 anni di contributi che se sommati ai 4 anni di laurea raggiungono i 50 anni, Vittorio spiega perchè prenderà la pensione:
«Ho ricoperto un posto di lavoro per cui non sono mai stato retribuito, a voler essere pignoli. È diverso. Ero sempre in aspettativa gratuita. Non mi pagavano. Quasi sempre, negli ultimi 33 anni. Ma allo Stato non sono costato un solo centesimo di stipendio».
Ma quando percepirà il senatore di pensione? «Il conto ancora non lo so: tra i 2,5 e i 3,5 mila euro, immagino», dice. Sgarbi rivela anche cosa ne farà di questi soldi: «li metterò nella Fondazione, che dà lavoro a sei dipendenti nel campo delle Belle arti». E infine aggiunge le cifre che spende nella vita. «A occhio e croce? Poco più di 30 mila euro al mese. In assistenti, dipendenti della Fondazione, 7mila euro solo di affitto».